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I fratelli Cervi

25 Apr
DSC08210                     Rimani acceso,
                                            scintillante,
                                            come un diamante
                                            nel carbone.       
Il Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia) è un’ampia struttura colonica che sorge sui Campi Rossi, un podere di circa 16 ettari collocato nel mezzo della Pianura Padana, a pochi chilometri dalla via Emilia, a metà fra le città di Parma e Reggio Emilia. E’ un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino, allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934. L’idea di un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino era già presente negli anni ’60 quando Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti per rappresaglia all’alba del 28 dicembre 1943, decideva di donare al Comune di Gattatico e alla Provincia di Reggio Emilia la raccolta dei ricordi e delle testimonianze del sacrificio dei suoi figli.

I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini-mezzadri originari della bassa reggiana. Oltre al padre Alcide e alla mamma Genoveffa Cocconi, c’erano i sette figli maschi (Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio, Ettore) e due figlie femmine, Diomira e Caterina. Le figlie femmine vanno spose non appena giunte ai Campi Rossi, e come era abitudine delle famiglie contadine, escono di casa per entrare nelle famiglie dei rispettivi sposi. Poverissimi, i Cervi sono però animati da un forte impulso al miglioramento e al riscatto sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora (il contratto di mezzadria, assai sfavorevole ai contadini, imponeva di cambiare podere ogni anno: il trasloco avveniva a novembre, il giorno di San Martino). Appreso che il podere di Campi Rossi è in affitto per pochissima spesa, decidono di affittarlo e di trasferirvisi. Da allora saranno per tutti dei "matti", delle "teste calde" perché i Campi Rossi erano di fatto impraticabili. Una sfida, dunque, poter vivere e lavorare in quelle condizioni, che i Cervi vincono perché nel giro di pochissimo tempo rendono il podere un modello di agricoltura razionale. Livellano la terra e introducono nuove tecniche per la coltivazione e la rotazione delle colture. Nel 1939 acquistano un trattore, il primo della zona.

Sul piano ideologico, i Cervi sono profondamente antifascisti e prendono da subito le distanze dal regime. Alla fine degli anni ’20 Aldo viene imprigionato nel carcere di Gaeta per tre anni. Sono anni formativi, poiché legge di politica: Gramsci e Marx soprattutto. Rientrato, estende questa esperienza a tutti gli altri fratelli e presto allestisce una biblioteca circolante con i libri che erano proibiti dal regime fascista. Quando le restrizioni alla libertà di azione e di parola si fanno più violente i Cervi iniziano l’azione di opposizione con atti di sabotaggio agli ammassi imposti dal regime, alle linee dell’alta tensione che alimentavano le fabbriche Reggiane dove si producevano le armi belliche. Fanno volantinaggio, distribuiscono clandestinamente l’Unità, vanno di casa in casa a commentarla. La loro diventa una casa di latitanza, dove si fanno riunioni clandestine e si organizza l’opposizione al regime. Organizzano attentati contro presidi fascisti della zona da cui ricavano cibo e armi, utili per ospitare nella loro casa i numerosi renitenti alla leva che rifiutano di prendere le armi dopo l’8 settembre 1943 e la proclamazione della Repubblica di Salò, e per sostenere i numerosi alleati che si erano dispersi. Moltissimi antifascisti passeranno e sosteranno nella loro casa. Casa Cervi viene messa a ferro e fuoco dai fascisti la notte fra il 24 e il 25 novembre 1943. I sette fratelli, il padre, Quarto Camurri, catturati, verranno portati al carcere dei Servi di Reggio Emilia. Tutti gli stranieri, che in quella notte ospitavano in casa, verranno invece trasferiti alle carceri di Parma. I sette fratelli Cervi verranno fucilati senza processo all’alba del 28 dicembre 1943, al Poligono di tiro di Reggio Emilia, insieme a Quarto Camurri. Il più vecchio Gelindo ha 42 anni, il più giovane Ettore 22 anni. L’azione dei fascisti è un’azione di rappresaglia: i Cervi vengono infatti accusati di aver complottato per l’uccisione del segretario fascista di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia). Il padre viene risparmiato, e tramandando la memoria rende possibile il recupero delle testimonianze della civiltà contadina e delle vicende storiche che costituiscono il primo nucleo del museo.

Il museo negli anni si organizza, e intraprende attività didattiche espositive e di ricerca. E’ aperto tutto l’anno e offre visite guidate gratuite per scuole e gruppi, su prenotazione. E’ dotato di un bookshop, di una biblioteca, di una videoteca. Al museo sono anche reperibili e consultabili testi di approfondimento sulle tematiche della guerra, della Resistenza , della famiglia Cervi , insieme agli annali che l’Istituto Cervi pubblica dal 1979.
Il Museo Cervi è gestito dall’Istituto Alcide Cervi. Al progetto e al nuovo allestimento, finanziato dal Ministero per i Beni Culturali, è affidato di tramandare al secolo e al millennio che si aprono i valori che hanno ispirato la grande stagione della Resistenza, con la ferma consapevolezza che quanto di passione, di idee, di azioni e di eroismo si è compiuto nella casa-simbolo dei fratelli Cervi, costituisce un patrimonio ideale e culturale irrinunciabile per la formazione di una coscienza individuale e collettiva improntata alla democrazia, alla libertà, alla tolleranza, al progresso.

La pErSeCuZiOnE CoNtInUa

28 Dic

REFUGEES WELCOME !

EUROPEAN POLICE  WISH YOU

AN HAPPY NEW YEAR 2007

LA PERSECUZIONE CONTINUA

Nonostante le aspettative che migliaia di migranti, attivisti ed operatori sociali si attendevano dal nuovo governo non si vede alcun cambiamento in materia di politiche migratorie e di contrasto della precarietà. Le proposte di modifica di Amato della bossi fini sono ininfluenti se non peggiorative. I cpt non solo non verranno chiusi ma se ne faranno di speciali, il clima che partorì il decreto Pisanu antiterrorismo continua a seminare il terrore e procedere con l’espulsione di persone in cerca di un futuro migliore in Europa.

Nulla è cambiato, nemmeno il mandato che permette a carabinieri, agenti di polizia e di finanza, di arrestare con i più svariati pretesti i cittadini senza i documenti, motivazioni che variano dalla lotta contro il terrorismo/spaccio/degrado a seconda dei momenti, tutto condito da ottusa retorica securitaria per il ripristino della legalità liberista.

Nella città di Reggio Emilia le “eroiche” forze dell’ordine operano incessantemente nel perseguire con arroganza e disinvolta violenza questo programma di controllo etnico.

Non siamo ciechi e vediamo che ad ogni grande operativo di polizia non corrisponde un proporzionale risultato dei propositi annunciati, un esempio è l’impiego di un centinaio di agenti il 13 dicembre per il setaccio di potenziali covi terroristi con il risultato di controllare 250 cittadini stranieri tra le decine di phone center, macellerie e piazze perquisite: risultato? Armi, documenti di al qaida, poster di bin laden? Niente di tutto questo, solo 9 persone indocumentate tra le quali un montenegrino già raggiunto da precedente decreto di espulsione. Da notare la palese sproporzione: cento agenti per nove irregolari! E’ chiaro! Il fine è un altro.

Questo porta al risultato di migliaia di espulsioni ogni anno, trasforma la città in un luogo freddo dove aver paura e alza un muro tra i detentori di diritti e coloro che non essendo cittadini non ne hanno alcuno. Ciò crea, di riflesso una città parallela, un non luogo di isolamento, paura e mercato nero, terreno fertile per il fiorire di organizzazioni criminali e di scorribande poliziesche.

La strada per una società sicura la si ottiene solo dando a tutti diritti di cittadinanza globale, creando opportunità per tutti noi precari italiani e migranti. Questo passando per una necessaria inversione di tendenza, abrogando le 3 leggi simbolo del precedente governo: bossi-fini, legge 30, fini- giovanardi sulle droghe.

Chiediamo un taglio drastico delle spese militari e per il controllo sociale, sia a livello nazionale che a livello reggiano, destinando finalmente questi fondi pubblici all’implementazione di dispositivi che vadano verso un reddito di cittadinanza per tutti.

Esigiamo un reimpiego rapido dell’evidente esubero di personale di polizia in lavori socialmente utili, per esempio l’accompagnamento delle persone senza dimora nei dormitori o nelle centinaia di case tenute sfitte dal comune di Reggio e dallo sciacallaggio immobiliare.

Prima che sia troppo tardi, prima che la violenza dei congegni securitari crei una risposta nelle strade uguale e contraria, prima dell’incendio della metropoli.

POLICE PARTOUT JUSTICE NULLEPART

laboratorio sociale aq16

In una canzone dei Modena si dice che..

19 Dic
Noi Sognavamo Un Mondo Diverso,
Un Mondo Di Libertà,
Un Mondo Di Giustizia,
Un Mondo Di Pace,
Un Mondo Di Fratellanza E Di Serenità.
Ho 85 Anni,
Da Allora Ne Sono Passati 60…
E Purtroppo Questo Mondo Cos’è?
 
E Allora Riflettete,
Ragionate Con La Vostra Testa
E Continuate La Nostra Lotta.
 
 
 
 

cOmE vOlA iL tEmPo…

6 Gen

Sull’amore
-Kahlil Gibran-

Allora Almitra disse: parlaci dell’Amore.
E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
Quando l’amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

Poiché l’amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi staccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

Tutto questo compie in voi l’amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cercherete nell’amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall’aia dell’amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L’amore non dà nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.

Quando amate non dovreste dire:" Ho Dio nel cuore ", ma piuttosto, " Io sono nel cuore di Dio ".
E non crediate di guidare l’amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.

L’amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d’amore,
E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all’alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d’amore;
Riposare nell’ora del meriggio e meditare sull’estasi d’amore;
Grati, rincasare la sera;
E addormentarsi con una preghiera in cuore per l’amato e un canto di lode sulle labbra.

<…per te,

che sali alle mie sommità

e scendi alle mie radici…>

gita a Sestola:io e..Tino…bastaaaaa!

13 Ago
ecco le foto che riassumono due giorni in macchina con Tino su e giù per i tornanti sotto al monte Cimone…
dai, Tayno, ske…tvb!

mitico Jack Folla!

5 Ago
..ecco la vera storia della scoperta dell’America secondo Jack Folla…che ridere!
Dunque, è ormai certo che il 3 agosto del 1482 un indigeno ebbe un’idea folgorante,si precipitò dal re e gli disse: “koba” che nel dialetto di Antigua significa:”Sire, ho avuto una grande idea, datemi una piroga e dei viveri perchè, a mio avviso, al di là dell’oceano c’è un gran pezzo di continente”. Il re lo guardò come si fa con i pazzi. Poi, infilandosi un dito nel naso (che ad Antigua è indice di saggezza e non soltanto un indice), disse rapidamente “Kro tapiroa ananda sun ramirez tolkien brut ” che nella loro lingua vuol dire “okay”. Gli donò una piroga, dei viveri e il suddito prese il largo. La traversata durò 10 lunghissimi anni, finchè, sul finire del luglio 1492, l’indigeno vide terra. Era il porto do Palos de la Frontera, in Spagna. Aveva avuto ragione. Ce l’aveva fatta. Aveva scoperto l’Europa.
L’entusiasmo durò poco. Gli Europei erano gente piuttosto stronza, le donne frigide, gli uomini mezzi finocchi, al punto che lui non potè più andare in giro nudo. E ripensava alla sua bell’isola di Antigua, a sua moglie, ai bambini che nel frattempo erano diventati grandi, insomma, aveva nostalgia della civiltà. Però alla sola idea di rifarsi l’oceano a remi, diceva “Ka frug lemi tata split ” che nella sua lingua voleva dire “due palle”. Finchè ebbe la grande idea. Riuscì, con una raccomandazione, a farsi ricevere da Isabella di Castiglia e la convinse che dall’altra parte dell’oceano c’era un continente sconfinato da scoprire. Quella si leccò i baffi e gli mise a disposizione tre caravelle.L’indigeno ringraziò, fece un inchino e stava per uscire quando dal trono la regina gridò “Ehi, ma tu come ti chiami?!” lui s’inventò un nome su due piedi: “Cristoforo Colombo”. La sera stessa partì. Era il 3 agosto del 1492.
Achille Campanile

La realtà

25 Lug
MA COME HO FATTO
A NON CAPIRE
CHE ORMAI
NON SI PUò PIù
PRENDERE
O
LASCIARE
 
 

ancora momento Marlene…snif!

21 Lug
 
NUOTANDO NELL’ARIA
 

Pelle: è la tua proprio quella che mi manca
in certi momenti e in questo momento
è la tua pelle ciò che sento nuotando nell’aria.
Odori dell’amore nella mente dolente, tremante, ardente:
il cuore domanda cos’è che manca
perchè si sente male, molto male, amando, amando, amandoti ancora.

Nel letto, aspetto ogni giorno un pezzo di te
un grammo di gioia del tuo sorriso e non mi basta
nuotare nell’aria per immaginarti: se tu sapessi che pena.
Intanto l’aria intorno è più nebbia che altro
l’aria è più nebbia che altro

E’ certo un brivido averti qui con me
in volo libero sugli anni andati ormai
e non è facile, dovresti credermi,
sentirti qui con me perchè tu non ci sei.
Mi piacerebbe sai, sentirti piangere,
anche una lacrima, per pochi attimi.
Mi piacerebbe sai…

SFOGO per le donne che hanno preso un’inculata

8 Lug
quale canzone può esprimere meglio il nostro ODIO se non quella dei MARLENE KUNTZ (che ricordo essere in concerto alla festa dell’unità di Correggio il 14-07-2005)
 
Lascia stare
non mi chiedere più niente,
fallo per favore.
Hai succhiato
sufficientemente energia:
ora vattene via.
E portami con te, se vuoi,
nelle ciance vergognose che farai.

Ti odio: tutto qua.
Come i soldi, come la slealtà,
come chi volta le spalle e se ne va.

Ma lascia stare
e non mi coinvolgere mai più,
se ti riesce.
Ti ho spiegato,
sempre nulla hai capito; e ormai
non c’è altra opportunità.
E sappi bene che
non avrò blandizie da vendere, non a te

Ti odio: tutto qua
Come i soldi, la disonestà
e chi giudica con ottusa vanità.

Non c’è volontà di comprendere
e questo corrompe la società,
cui riesce più semplice credere
che i buoni son qua e i cattivi là

<A chi succhia>Marlene Kuntz

 

come andare a letto senza scrivere che…

3 Lug

L’uomo e’ il capo della famiglia,

ma la donna e’ il collo e muove il capo dove vuole.

(Kuan Tao-Sheng)

(Proverbio cinese)