Il piano inclinato della mia disperazione…

29 Ott
 Il piano inclinato della mia disperazione ricalca alla perfezione la pendenza del pavimento dello studio. La stanza è un grande rettangolo, larga e lunga. Declina leggermente verso il basso, là in fondo.

I miei piedi scalzi non fanno quasi alcun rumore mentre cammino. Sento solo il leggero fruscio del cotone dei pantaloni. Bianchi. Anche la mia disperazione – bianca – non fa alcun rumore: non grido, non piango, non sferro pugni ai muri, non batto sulla porta.

Odio questa lucidità che riduce all’impotenza.

Mi muovo lentamente avanti e indietro come se tutto questo fosse normale. Come un animale selvatico rassegnato alla gabbia

Mi avvicino un’altra volta ai quadri, cammino rasente al muro e li osservo distrattamente come farei in un museo. Conosco già ogni singolo dettaglio.

Ho avuto tempo per i dettagli, oggi.

Tutti i quadri sono pressoché identici: ritratti del mio volto di oggi, nessuna firma, date di venti, trent’anni fa.

Tutti i miei ritratti sono stati disegnati senza occhi.

Odio questi ritratti; odio il mio volto e odio quello che sono e odio quello che non faccio. Sono uno stupido animale da circo, un’animale ammaestrato, un’animale docile. La lucidità – la precisa consapevolezza della paura – mi trattiene dal gettare a terra i quadri, dallo strappare i ritratti. Coprire il parquet con frammenti di carta – frammenti della mia prigionia – non mi libererà.

Non è quello che devo fare. Devo attendere e qualcuno aprirà quella porta in fondo al corridoio. Poi mi volto verso la vetrata, attraverso l’intera stanza in una corsa folle, una discesa vertiginosa sulla lieve pendenza del pavimento che si interrompe bruscamente a pochi centimetri dai vetri sigillati…

 

Il piano inclinato della mia disperazione – Lineaviola (Maledetto Copernico)

www.lineaviola.com                                        www.myspace.com/lineaviola

Una Risposta to “Il piano inclinato della mia disperazione…”

  1. Davide 29 ottobre 2008 a 12:23 #

    😉

Lascia un commento